Genoa Lazio: tra strategia e aspirazioni per il finalòe di stagione

18.04.2024 19:31 di  Radazione Genoa News 1893   vedi letture

Da lunedì a venerdì. Dopo la Fiorentina, ecco la Lazio, sempre all'insegna della settimana corta e del week-end lungo, introdotto dalla Lega Calcio per ossequiare sia network televisivi che reggono il baraccone sia le formazioni che ancora giocano in qualche Coppa, internazionale o nostrana. Il Genoa è il classico vaso di coccio oppure – per usare un'altra metafora – la zattera sbattuta qua e là dalla onde. Importa a qualcuno che i tifosi rossoblù rischino di perdere non una ma due gare consecutive dei loro beniamini? L'orario feriale delle 18.30 è una perfidia che si può accettare una volta, non due, e non basta a smorzare il diffuso dispetto la considerazione che fortunatamente i ragazzi del Gila non si stanno giocando traguardi vitali.

Un dato è incontestabile: mentre l'Aquila biancoceleste ha potuto preparare quest'anticipo al Ferraris in sette giorni, il Grifone non ha neppure fatto in tempo ad assorbire la fatica di Firenze che già si ritrova in campo. Niente drammi, comunque: alla stanchezza si sopperirà con l'entusiasmo dettato da una classifica straordinaria, se rapportata alle premesse agostane. Gilardino ha da tempo il chiodo fisso dei 42 punti, fissati allo scopo di non smarrire in anticipo la concentrazione: ne mancano tre, da intascare nei restanti sei capitoli di campionato. Potrebbero arrivare tutti in un colpo, a spese dell'incostante Lazio, ma a questo punto della stagione l'esigenza primaria, sostenuta dalla tifoseria, non è fare risultato a tutti i costi bensì offrire scampoli di calcio accettabile.

Proprio in quest'ottica, nella mente del tecnico biellese frutta l'idea tutt'altro che peregrina di cambiare le mansioni all'elemento più prestigioso e dotato, il suo omonimo Gudmundsson: da punta di complemento a tutto campo a mezzala a vocazione offensiva. L'esperimento, già tentato sporadicamente, potrebbe essere approfondito dal primo minuto o a gara in corso, ovviamente con la coppia Retegui-Ekuban in avanscoperta. D'altronde, con Messias e Malinovskyi ai box e Strootman ormai indirizzato verso un impiego part-time, il parco alternative si riduce a Thorsby e Bohinen, utili a far legna quando occorre difendere e basta ma assai limitati quando si cerca di proporre un football frizzante.

Gudmundsson calamita le attenzioni e le speranze del popolo rossoblù, ma c'è un elemento che si gioca ben di più in questo finale di stagione: ovviamente Mateo Retegui, obbligato a respingere l'assalto di Scamacca al titolarato in Nazionale. L'italo-argentino ha bisogno di ben altro supporto, ed ecco che Albert nella nuova versione potrebbe garantirglielo. Quanto a Ekuban, non lo oscurererebbe, anzi potrebbe aiutarlo. E un altro compagno appare in grado di facilitarlo: Martin, che in fase difensiva (Firenze docet) non è granché affidabile, ma come crossatore può lasciare una traccia importante.

E Ankeye? Sulla carta, certe gare sono adatte ad assicurargli minutaggio e a valutarlo: non si esclude pertanto un suo utilizzo dopo l'intervallo.

Certo, servirà anche difendersi poiché la Lazio ha valori tecnici senz'altro superiori e potrebbe vincere la sfida territoriale. Servirebbe, per essere tranquilli, la retroguardia al completo, ma Bani è in infermeria e per sostituirlo sono in lizza Vogliacco e Cittadini, col primo favorito, essendo più avvezzo a giocare centralissimo. Sinora la sua resa stagionale è stata sotto la sufficienza: tocca a lui, protagonista nella cavalcata promozione, dimostrarsi all'altezza di palcoscenici più prestigiosi.

La Lazio sta navigando in balìa degli eventi. Igor Tudor, sostituto del dimissionario Sarri, è stato il primo della lista genoana sino a qualche mese fa, quando la posizione di Gilardino era traballante, e ora, in tasca il contratto anche per l'anno prossimo, cerca di ricomporre i cocci biancocelesti. Zaccagni e Provedel sono in infermeria, mentre Romagnoli e Immobile al massimo finiranno in panchina e Luis Alberto è ormai separato in casa. Neppure Felipe Anderson, ai saluti, sta vivendo un momento felice: è in bilico. Il 3-4-2-1 del trainer croato si basa su un trio difensivo efficiente, sulla verve degli esterni Lazzari e Marusic e sull''esperienza di Vecino a centrocampo, ma si avverte la mancanza di un terminale offensivo di qualità, pur senza sottovalutare in duttile argentino Castellanos.

Si annuncia un match godibile, il cui sviluppo dipenderà principalmente dagli umori dei laziali, in parte protesi mentalmente al retour match di Coppa Italia con la Juventus. Di sicuro non sono fisicamente strabordanti, ed è un vantaggio, almeno teorico, per i rossoblù che, vittoriosi già all'Olimpico nella prima trasferta del campionato, potrebbero sottomettere a Marassi un'altra “big”.

             PIERLUIGI GAMBINO


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