Genoa, con l'Inter a caccia di un'altra impresa

16.08.2024 16:45 di  Redazione Genoa News 1893   vedi letture

Due settimane fa, le prospettive a tempi brevi di Genoa e Inter erano ben differenti da quelle che caratterizzano l'immediata vigilia della sfida. La Beneamata appariva immersa negli infortuni e ricca di giocatori lontani da una forma scoppiettante, mentre il Grifo, forte di un'intelaiatura immutata, ostentava una spavalderia apprezzabile.

Il quadro odierno si è praticamente invertito. Mister Inzaghi, in pratica, può contare su tutti i suoi titolari, quelli dello scorso anno che ridussero in briciole il campionato. In bacino di carenaggio, infatti, sono rimasti De Vrji, Arnautovic e Zielinski, vale a dire un co-titolare agevolmente surrogabile con Acerbi, un rincalzo sul piede di partenza ed un nuovo acquisto che a centrocampo rappresenta un'alternativa, seppur di lusso.

Di sicuro la prima Inter del campionato non patisce limiti di amalgama, essendo praticamente la stessa. La sola remora deriva dalle condizioni fisiche di quei fuoriclasse che hanno partecipato agli Europei e alla Copa America. Lautaro, il pericolo pubblico numero uno per qualsiasi difesa, ha interrotto in anticipo le vacanze per ovviare ad una presunta emergenza nella prima linea nerazzurra e pure Calhanoglou, Dumfries e Thuram si sono tagliati le ferie per il bene comune. Non saranno al “top” e potrebbero giocare sottoritmo, ma solo un pazzo potrebbe credere ad una loro prova insipida. Tuttavia, tra un mesetto, quando il motore degli scudettati sarà messo a punto, limitarne le doti risulterà più impegnativo. Ultimo motivo di speranza: chissà che la conquista tricolore non stemperi la vis agonistica di certi fuoriclasse, riempiendo la loro pancia. Ma è una tesi che poggia su basi non logicissime.

Come affrontare la corazzata meneghina? Con un briciolo di coraggio ma soprattutto con la massima attenzione difensiva ed uno spirito di sacrificio encomiabile specialmente in fase di filtro. Per usare una frase fatta, occorre la “partita perfetta”, poiché il minimo errore sarebbe pagato a prezzo carissimo. Il Genoa, inutile negarlo, è meno competitivo di prima, almeno sin quando i nodi che riguardano la prima linea non saranno sciolti. Stanno arrivando rinforzi, ma è arduo pensare ad una squadra potenziata dall'addio sia di Retegui che di Gudmundsson (senza contare l'indisponibilità del pugnace Ekuban) senza alcun sostituto già disponibile. Esordire con una prima punta che prima punta non é (Vitinha) e con un seconda punta adattata (Messias) non è il massimo dei sogni, ma il convento altro non passa, a meno che non si giudichi il “bocia” Ekhator già maturo per certi cimenti.

Fortuna che l'assetto difensivo non è granché mutato. Vasquez, dopo essere rientrato in tuttafretta dal Messico, si è messo alla pari dei compagni e Bani è una garanzia assoluta. Gila deve solo decidere chi schierare tra un Vogliacco in un momento felice e un De Winter ancora indietro di brillantezza: probabile che si affidi all'italiano.

Capitolo fasce. Non ci piove a sinistra su Martin mentre a destra l'avvento di Zanoli offre un'alternativa plausibile, ma il tecnico – conservatore senza tentennamenti – dovrebbe puntare sul vecchio titolare Sabelli riservandosi di schierare l'ex Napoli su uno dei due corridoi a partita in corso, se occorresse spingere maggiormente.

Ed eccoci al centrocampo, croce e delizia. Maglia sicura – e ci mancherebbe... - per Frendrup, argine incrollabile, e per Badelj, il cui magistero resta inarrivabile.  Peccato che il croato fatichi sempre più a reggere a certe cadenze agonistiche e sia destinato ad uscire o nell'intervallo o poco più tardi. E qui la struttura iniziale andrà a pallino, visto che l'accentrato Frendrup regista non è e che il sostituto – quale che sia – ha altre caratteristiche.

Con chi completare l'undici di partenza? Se la giocano pressochè alla pari due elementi diversissimi: il quotato Malinovskyi, sontuoso interprete a trazione anteriore, e il robusto Thorsby, asperrimo combattente specialista nel gioco aereo. E proprio quest'ultima dote, contro una squadra imbottita di giganti, potrebbe orientare la scelta del trainer biellese.

Come andrà a finire? Non crediamo peggio rispetto alla rovinosa sconfitta nell'esordio di un anno fa, e chissà che, per contro, non riesca a fermare nuovamente i formidabili Biscioni lombardi. Considerate le premesse, si tratterebbe di un'impresa  ancora più eclatante.

                       PIERLUIGI GAMBINO


Altre notizie - Copertina
Altre notizie