Genoa, un secondo tempo da dominatori ma davanti non c'è qualità

03.02.2025 11:34 di  Redazione Genoa News 1893   vedi letture

Il solito obolo alla viola, tanto per non smentirsi. Il Genoa disputa un secondo tempo arrembante, domina in lungo e in largo, ma aveva già due gol sul groppone, sicché l'ennesima inzuccata vincente del solito De Winter non basta a festeggiare per lo meno un pareggio.

Vieira stavolta concede a Cornet il titolarato, ma avrà di che pentirsene. Senza il fosforo di Badelj, si perde in parte la forza difensiva di Frendrup, improvvisato regista, emergono via via i limiti di Miretti e Masini, bravini quando l'asticella è bassa, ma non di fronte a compagini più dotate. Il vantaggio dei viola arriva presto, ed è un'invenzione di Mandragora, che da calcio fermo serve in verticale a centro area Kean, abile a liberarsi da ogni marcatura e a girare di prima intenzione all'incrocio. Difesa genoana rivedibile, ma complimenti all'azzurro.

Il Grifo prova a reagire, sul piano della manovra pareggia perlomeno le iniziative di una Fiorentina imprecisa e fragile, ma giunti sulla trequarti i rossoblù si smarriscono. Proprio in quella zona Miretti perde colpevolmente un pallone sanguinoso (era un passaggio elementare, diamine!) e innesca il contropiede dei toscani condotto da Gosens, che imbecca Gudmundsson, lesto a stoppare e ad infilare, complice l'involontaria deviazione di Vasquez. E' la mezzora e a quel punto si teme addirittura una disfatta, ma i rossoblù non si perdono d'animo e, almeno a livello quantitativo, si fanno preferire. Al 38' l'opportunità di dimezzare lo svantaggio è clamorosa, ma Cornet, servito da Thorsby e solo davanti a De Gea, sparacchia una bordata in curva quando sarebbe bastato un tocco morbido per gonfiare la rete. Pazzesco.

L'occasionissima sciupata, unita agli stenti provati dalla difesa di Palladino, incerta e balbettante, induce il Genoa a crederci. La ripresa, con Vitinha subito al posto dell'impresentabile Cornet (indietrissimo di condizione, imballato nella corsa) si rivelerà un monologo rossoblù, interrotto da un paio di sortite viola in area ospite. Presto arriva anche il 2-1, firmato – guarda caso... - dall'unico attaccante vero del Grifo, cioé... un difensore, De Winter, sontuoso nell'elevarsi in una selva di avversari e a spedire nel sette. Corre il 55', c'è un'eternità a disposizione e l'atteggiamento è quello giusto: recuperi immediati a centrocampo e palloni lanciati subito in avanti, per sfruttare appieno le incertezze di una Viola che più appassita non si potrebbe immaginare. 

E qui emerge l'antico limite del Genoa: la mancanza assoluta di qualità in zona gol, che accomuna punte autentiche e centrocampisti. Vieira, capita l'antifona, spedisce in campo tutta l'artiglieria pesante: Messias ed Ekuban al 66', Ekhator e Badelj all'88'. L'unica vera palla gol giunge ancora sulla testa di De Winter, che colpisce troppo debolmente, consentendo all'attento De Gea di smanacciare. 

Per il resto, si contano a... decine i cross non sempre precisi e le conclusioni verso la porta, tutte identiche per imprecisione. Non è un caso che il Genoa sia il team che segna meno da fuori area, ma anche nei sedici metri non brilla. Insufficiente la prova di Pinamonti, però servito raramente, e velleitari i tentativi di tutti i presunti bomber sciorinati dal tecnico francese.

La Fiorentina incassa tutta la posta tirando non più di tre volte, ma in avanti ha gli uomini che magari sonnecchiano per 89 minuti ma possono, con una giocata, decidere la sfida. Il Genoa, appena superata la metà campo, è un pianto assoluto e paga handicap vecchi di anni, che la dirigenza non ha nai saputo cancellare.

                      PIERLUIGI GAMBINO


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