Anche Vieira bada alla sostanza e arriva la sesta gara utile

16.12.2024 11:21 di  Redazione Genoa News 1893   vedi letture

Un Genoa gilardiniano tiene botta a petto di un Milan incompleto e squassato da polemiche intestine. Finisce 0-0 una partita territorialmnte dominata dai rossoneri e condotta da Vieira sui binari più favorevoli. Che l'intento del mister francese fosse la ricerca del punticino si comprendeva a leggere la formazione iniziale, con Vogliacco, un difensore puro, al posto di Sabelli sulla fascia destra per arginare le presumibili folate di Leao. Il campo dirà che il prode Alessandro andrà a soffrire parecchio, rimediando pure un catrtellino giallo, per contenere non il lusitano bensì il 19enne Jimenez, il migliore dei rossoneri, capace anche di far ammonire Zanoli. 

Sull'altro versante, minori i patimenti e in mezzo la Maginot ha sempre tenuto dignitosamente, ma non è una novità. Anche con Gila la fase difensiva del Grifo era efficace e tale si è dimostrata contro una squadra – va riconosciuto – che mancava degli infortunati Pulisic e Loftus-Cheek, con l'acciaccato Morata in panca al pari di Hernandez, castigato da mister Fonseca. Diavolo padrone del campo, ma scarsamente pericoloso. Non che il portiere ospite Leali la faccia da padrone, ma in tutto il primo tempo non si ricordano suoi interventi maiuscoli. Abraham e Chuwkueze si sono divorati un gol a testa e dalla bandierina sono piovuti palloni in serie, ma i gendarmi rossoblù sono stati superlativi e nulla hanno concesso.

Certo, la gara di sacrificio imposta da Vieira non era la più adatta ad esaltare Pinamonti, solo soletto in avanscoperta. Rarissime le sortite genoane oltre la metà campo, nonostante le marcature lasche dei centrocampisti rossoneri. Nella zona nevralgica ha giganteggiato Frendrup, particolarmente stimolato dall'interesse proprio del Milan nei suoi confronti, ma da lui non si poteva pretendere anche uno sfoggio di pericolosità offensiva. 

Tuttavia, in una delle rare sortite genoane, allo spegnersi del primo tempo, l'acerbo 17enne Liberali sgambettava secco Zanoli in piena area: era forte il profumo di rigore, ma l'arbitro Guida non faceva un plissé, forse condizionato da un paio di proteste milaniste per episodi non chiarissimi avvenuti in precedenza nell'altra area. Ma questo era più chiaro degli altri.

Dopo l'intervallo ecco Sabelli per Vogliacco: mossa condivisibile. Il match saliva di tono, diventava più vivace e frizzante e il Milan, con Morata per Abraham, appariva più determinato e fantasioso nonostante la latitanza di Leao. La Maginot genoana qualche crepa l'ha mostrata, in specie dopo l'ora di gioco, ma per fortuna Morata ribadiva le sue antiche carenze di cinismo, sciupando (palla a lato) un'occasione ghiotta e verso il finale facendo tremare la traversa su incursione di Rejnders. Il Milan ci ha provato sino alla fine ma la retroguardia rossoblù, per tradizione, non si squaglia mai, pur rischiando qualcosa.

Sarà un caso ma col passare dei minuti il Genoa ha provato con maggiore frequenza ad uscire dal guscio, sfruttando gli sbilanciamenti di una squadra imbottita di attaccanti e piuttosto sfilacciata. Qui sono usciti allo scoperto gli antichi limiti dei rossoblù, spesso bravi a palleggiare sino alla trequarti, ma poi invariabilmente smarriti al momento di concretizzare. Una squadra con un briciolo di forza offensiva in più avrebbe davvero potuto sbancare il Meazza. Verso il finale Vieira ha lanciato un messaggio preciso inserendo una punta pura, Vitinha per lo stremato Miretti, ma senza riscontri concreti in avanti. Così sul taccuino troviamo scritta solo la punizione di Martin in pieno recupero, finita un metro oltre la sbarra. Troppo poco per poter accampare qualche diritto sul successo pieno.

 I rimpianti annegano nel mare del doveroso realismo. Stavolta bisogna accontentarsi, poiché parecchie altre provinciali al Meazza ci hanno lasciato (o ci lasceranno) le penne, E' un punto pesantissimo, che mantiene la banda di Vieira in orbita salvezza dopo gli squillanti successi di Lecce, Verona e Como. 

Il vantaggio dal baratro è sceso a due lunghezze, ma la spia dell'allarme rosso deve rimanere spenta. Sei risultati utili consecutivi rappresentano una piccola impresa, ma non sono scaturiti casualmente: c'è parecchia sostanza in questo Genoa mai domo.

                      PIERLUIGI GAMBINO


Altre notizie - Copertina
Altre notizie