Genoa, dal nulla è germogliato un buon punto

09.02.2025 11:41 di  Franco Avanzini   vedi letture

Sotto il vestito del risultato, nulla o quasi, ma va benissimo così. Il Genoa trova un pareggio senza porne le basi e lo difende, nel finale, con le unghie e coi denti. Ma se la ripresa è stata prossima alla sufficienza, il primo tempo è stato una pena infinita. Come al solito, per mezza partita i rossoblù dormono della grossa.

Partita pessima, spettacolo indegno della classifica che Toro e Grifone ostentano con orgoglio. Per 45 minuti i granata ci provano un paio di volte, chiamando in causa un attento Leali, mentre i rossoblù, più che accettabili nel recupero palla, appena superano la metà campo spariscono letteralmente, come se i giocatori si fossero incontrati appena prima del match e non avessero svolto decine di allenamenti in gruppo.

Vieira ci mette del suo, inserendo Vitinha a destra ma non come attaccante bensì come terzino aggiunto: un ruolo che non è proprio nelle sue corde, tanto che il suo apporto è impalpabile in qualsiasi zona del terreno di gioco. Non fa meglio, sul fronte opposto, Miretti, sovrastato fisicamente, ma neppure i loro compagni di centrocampo offrono un minimo contributo nella costruzione. La carenza di qualità emersa a Firenze è parsa aggravarsi.

Fortuna che la difesa regge nonostante la contemporanea assenza di De Winter e Bani. Il baby Matturro ogni tanto qualche peccatuccio lo commette ma nel complesso non demerita e al suo fianco Vasquez si rivelerà di due spanne il migliore in campo.

Siccome il Toro fa ben poco di più in fase offensiva, ecco che lo 0-0, risultato con cui si chiuse anche la sfida di andata, è lo sbocco naturale, ma nell'esiguo recupero prima dell'intervallo il Genoa regala un evitabilissimo calcio d'angolo, battuto da Lazaro. Palla nel mischione e Thorsby finalmente si sblocca, ma non nella porta avversaria: talmente preoccupato di fermare l'avversario più vicino, non s'avvede del pallone, che gli picchia addosso e finisce nel sacco.

Dopo il riposo si pensa a una immediata rivoluzione nei quadri genoani, ma Vieira concede ancora fiducia a quella po' po' di prima linea. Finalmente, al 52' entrano in un colpo Messias e Zanoli, col sacrificio degli evanescenti Miretti e Vitinha, e poco più tardi Badelj alzerà bandiera bianca per l'ennesima ricaduta di carattere muscolare: dentro il combattivo Masini.

Non si colgono presagi favorevoli, ma al 68' arriva, a sorpresa, il pareggio genoano propiziato da un rilancio assurdo di Coco proprio addosso a Zanoli, che cede a Messias, il cui passaggio verso il centro coglie abbastanza libero Pinamonti: controllo e spingardata all'incrocio. Rete anche meritata per il centravanti, che in precedenza aveva preso un sacco di botte dai rudi gendarmi torinisti, facendo reparto in solitudine.

Si attende una furiosa reazione granata, ma per qualche minuti si gioca prevalentemente nella metà campo dei locali e solo nei minuti conclusivi la pressione dei piemontesi obbligherà il Genoa a rinanarsi nella propria area, con una serie di mischie che hanno fatto trattenere il respiro. Il match si chiude con l'espulsione del mister granata Vanoli, imbufaluto per un (molto presunto) rigore negato dopo una maglia granata che si è allungata. Quel Toro non avrebbe meritato di uscire vittorioso. La verità è che entrambe le squadre non avevano seminato neanche per raccogliere un punto.

                       PIERLUIGI  GAMBINO


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