Soldi

29.04.2021 15:47 di  Luca Canfora   vedi letture

Che il mondo giri esclusivamente intorno ai soldi non lo scopro io, e non lo scopro oggi. Quindi voglio tenermi lontano dalla banalità.

Ovviamente anche io ho bisogno di soldi, ed anche io ho il piacere di guadagnarli, per il semplice fatto che ho anche provato a pagare il mutuo della casa o la rata dell'auto con le fave dell'orto di mio padre, tuttavia il gesto non è stato apprezzato dal Direttore della Banca che possiede ancora buona parte di entrambe.

Dunque bando ai sentimentalismi e alla demagogia. I soldi ci servono.

Benissimo. E' tutto? E facciamo un gioco. Una volta in possesso della villa con piscina, 3 Ferrari, 2 Lamborghini, una BMW per andare al Conad, edifici sparsi nelle località esclusive del mondo, chitarre a volontà (io mi sono già portato avanti), abiti pregiati, gioielli, yacht, alla fine il gioco quando finisce? Esiste un momento in cui una volta riempita la pancia, il portafogli, l'ego, e tutte le pulsioni più elevate e più misere dell'animo umano, si possa ipotizzare di cercare qualcosa che appaghi il nostro bisogno di bellezza, di amore, di umanità, di equità, di altitudine?

Esiste un momento in cui ciò che è bello possa vincere su ciò che rende? Esiste un momento in cui quello che è giusto valga più di quello che conviene? Esiste un fottuto momento, una volta che ho perfino un fottutissimo bidet in oro massiccio per lavarmi la faccia da culo che ho, in cui l'amore massiccio valga più dell'amore posticcio che posso comprare con i soldi?

Anche il calcio... non è solo un gioco. E' luogo, o dovrebbe esserlo, di educazione, di formazione, di vita. E no, non parlo dei nostri eroi, parlo di tutto il movimento che lo alimenta e lo sostiene. E parlo principalmente dei bambini che cercano non solo qualcuno che insegni loro a giocare, a stoppare una palla, a calciare, ma che sia anche educatore, riferimento, formatore.

In Italia sono oltre 12.000 le società iscritte alla Lega Nazionale Dilettante, con circa 64.000 squadre che partecipano ai rispettivi campionati provinciali e regionali e che, lato sportivo a parte, svolgono una funzione sociale di enorme rilevanza a livello sociale per giovani e giovanissimi. Parliamo dell'attività di base, quella che rischia di subire i danni più importanti dallo stato di crisi che stiamo vivendo tutti quanti. Secondo l'indagine di calciomercato.com, soltanto a Milano e provincia nell'ultimo anno 13 società hanno dovuto chiudere i battenti per l'impossibilità a fronteggiare la mancanza di fondi generata dalla sospensione parziale o totale delle attività, un numero destinato a crescere in vista dei mesi a venire, quando i vari comitati si troveranno a fare la conta di chi potrà figurare nelle rispettive liste per la disputa dei campionati.

Possiamo dare 10 milioni di euro ad un giocatore che se la ride a centrocampo davanti ai propri tifosi dopo una sconfitta sonora mentre la propria quasi ex squadra rischia di fallire l'obiettivo champions, ad un ex campione sul viale del tramonto 30 milioni di euro all'anno, altri milioni di euro ad intermediari che il calcio lo stanno inquinando da anni, ma 4 spiccioli per dare al movimento che rende possibile l'esistenza di questo mondo non li abbiamo.

Sì ci sono caduto alla fine, nella retorica più banale. Del resto le persone sono banali, la vita è banale, i comportamenti di quasi tutti sono banali. Quindi non ho altro modo per comunicare con la banalità, se non rimanere sullo stesso piano.

Io penso che la stupidità, alla lunga, non paghi. E non pagherà. La Superlega si inserisce perfettamente in questo quadro non solo italiano, in cui Società indebitate ormai ad un livello di non ritorno dopo avere speso cifre senza ritegno, stanno tentando il colpo di coda finale per continuare un gioco senza amore, senza dignità e senza rispetto, che non può più stare in piedi.

Io non escludo, e secondo me sono molti quelli che come me non lo escludono, di tornare a godermi partite nel fango tra bambini e giocatori "minori", per lasciare ai "grandi" il gioco che fu il più bello del mondo, e che oggi non è più "essenza" ma solo "assenza", di amore, di passione, di umanità.

    Luca Canfora


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