Genoa, dopo metà gara fantastica, il solito calo nel finale

02.10.2023 11:10 di  Pierluigi Gambino   vedi letture

Da quale prospettiva osservare il pareggio di Udine? Chi considera mezzo pieno il bicchiere, rammenta che in due partite delicatissime il Genoa ha raccolto quattro punti pesantissimi. Chi lo giudica mezzo vuoto si rammarica per il terzo gol incassato in trasferta nei minuti conclusivi e, facendo di conto, conclude che i rossoblù, con un briciolo di attenzione e di fortuna in più nei momenti topici, potrebbero pascolare nelle zone alte della classifica.

Allo stadio Friuli è andata di scena l'ennesima sfida a due volti. Nella prima metà, la superiorità dei rossoblù è stata inequivocabile, tanto che il 2-1 registrato all'intervallo risulta strettissimo. I friulani hanno trovato il gol nell'unico tentativo operato, sfruttando con il robusto centravanti Lucca un maldestro rinvio di Haps. A fronte di ciò, lo show di un campione fantastico, il folletto Gudmundssoin, che ha deliziato la platea con tre chicche di rara bellezza: due reti regolari ed una terza annullata per fuorigioco di rientro di Haps. Roba da spellarsi le mani. Giocate eccezionali, che attestano la classe cristallina di uno dei massimi protagonisti di quest'avvio di serie A.

Attorno all'islandese, però, ha ruotato un Grifone prossimo alla perfezione: capace di recuperare palla velocemente, di soffocare qualsiasi iniziativa bianconera, di disporre  proprio piacimento del match. Una conferma assoluta di salute e di freschezza in ogni reparto. Forse, se Retegui – comunque suo l'assist del raddoppio – non fosse stato colpito duro in avvio, chissà che la superiorità degli ospiti non si sarebbe ulteriormente concretizzata.

Haps, la novità di giornata, a parte lo svarione sul pari, ha retto con dignità e così pure sull'altro fronte De Winter, obbligato a stringere i denti da un antaginista alquanto intraprendente. I centrali difensivi non si sono concessi la minima caduta di tensione.

Quarantacinque minuti privi di sofferenza, in cui è emersa una differenza abissale tra i due team. Si temeva che il Genoa potesse avvertire la contemporanea assenza di Strootman e Badelj, ma Frendrup, altra scoperta eccellente delle ultime settimane, ha interpretato secondo criteri più moderni il ruolo di centrale e al suo fianco Thorsby è stato un motorino inesauribile e Malinovsky, pur ancora lontano dalla condizione ottimale, ha peraltro regalato due lanci vincenti su tre, facendo balenare le sue qualità balistiche.

Nella ripresa la contesa ha  cambiato connotati, sbilanciandosi progressivamente sul versante bianconero. Ci si poteva aspettare un risveglio perentorio dei friulani, ma i rossoblù lo hanno facilitato. Probabilmente, oltre alle lacune atletiche di Haps e Malinovskyo, reduci da lunghe soste, ha inciso la stanchezza accumulata giovedì sera, meno di 72 ore prima: l'Udinese aveva potuto rifiatare un giorno in più. Da parte friulana, si deve anche conteggiare un atletismo strabordante, che alla distanza è emerso, contribuendo a schiacciare il Genoa nella propria metà campo.

Gilardino ha provato a nnervare la manovra sostituendo l'ucraino con Kutlu: mossa indispensabile e azzeccata. Ma il Genoa era ormai lontanissimo parente di quello ammirato in precedenza: troppi giocatori restavano bloccati in retrovia e quelli avanzati non riuscivano più a tener palla e a rendersi minacciosi nei pressi dell'area rivale.

Come a Torino e a Lecce la muraglia ha retto con estrema robustezza sino ai minuti finali, per poi crollare complice un maldestro intervento del neo-entrato Matturro, che su corner ha infilato la sfera nella propria porta di testa. Jella nera, per carità, ma il tourbillon di sostituzioni operato da Gila dal 33' in poi (dentro Messias e Puscas, rivelatisi impalpabili, poi Matturro, un diciannovenne inserito a freddo in una fase di match alquanto complessa) ha frastornato più i compagni che gli avversari aumentando i rischi di capitolazione.

Durante il recupero, in undici contro dieci, i rossoblù hanno sciupato l'opportunità di riportarsi per la terza volta in vantaggio, accencendo così i rimpianti per un successo – tutto sommato legittimo – sfumato in extremis. Resta la consapevolezza che, al di là del risultato, il Genoa abbia tutti i mezzi per disputare un campionato assai differente da quello nelle corde delle ultime in classifica.

                   PIERLUIGI GAMBINO


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