Il Cagliari si scatena verso fine match, Grifone obbligato a cambiare modo

04.11.2023 17:09 di  Franco Avanzini   vedi letture

di Pierluigi Gambino

Proprio adesso il Cagliari doveva svegliarsi dal lungo torpore? Per due mesi abbondanti la squadra isolana, immersa in una crisi apparentemente irreversibile, ha conteso all'Empoli lo sgradevole titolo di cenerentola della serie A. Lo scorso weekend, improvvisamente, gli isolani hanno firmato un'impresa che ha un solo precedente nel massimo campionato risalente ad un vecchio Genoa-Roma: passare dallo 0-3 al 4-3. Che la banda del navigato Ranieri non si arrenda facilmente, lo ha confermato la Coppa Italia: in casa dell'Udinese, sempre più in angustie, altra rete decisiva all'ultimo battito d'ali, a scongiurare supplementari e eventuali rigori.

Proprio questa tendenza dei sardi a buttarla dentro nel finale induce il clan genoano a tenere gli occhi aperti. Sì perché il Grifone, a leggere il suo curriculum nel campionato attuale, è di gran lunga la formazione he imbarca più dispiaceri nei minuti conclusivi.

Dentro la cornice suesposta, peraltro, si delinea un quadro ricco di sfaccettature. Il Cagliari sarà anche uscito dalla crisi, ma resta la formazione col più alto numero di gol subiti, e proprio la sfida rocambolesca vinta a metà settimana sul Frosinone ha accentuato tale tendenza, che contraddice le idee tattiche tradizionali lo sgamato tecnico capitolino, sempre proteso a trovare un equilibrio stabile.

In effetti, la coppia centrale arretrata composta dll'ex genoano Goldaniga e dal macchinoso Dossena (o da Wieteska) non appare impermeabile e anche la coppia di terzini, composta da Zappa e dall'ex doriano Augello, lascia parecchio a desiderare in fase difensiva.

In mezzo al campo, i rossoblù sfruttando il raziocinio del giovane regista Prati e il dinamismo di Deiola e, soprattutto, Makombou: non un reparto eccezionale ma neppure trascurabile.

Infine l'attacco, il reparto che a livello numerico e di assortimento suscita parecchia invidia in mister Gilardino. Infatti, Ranieri può disporre di un trequartista del calibro di Mancosu (in attesa che l'infortunato Nandez torni disponibile) e di un nutrito ventaglio di punte vere. Probabile che stavolta tocchi al guizzante Lumumbo affiancato dal genietto Oristanio (scuola interista e futuro garantito), con Shomurodov (chi si rivede...) diretto in panchina, ma nel caso in cui servisse un uomo d'area, la scelta potrebbe cadere su Pavoletti (un ex ricordato con simpatia e una punta di nostalgia), Lapadula (altra vecchia conoscenza dei tifosi genoani, ma con ricordi meno entusiasti) e Petagna.

Gilardino sarebbe ben felice di dover affrontare certi problemi di abbondanza. Senza Retegui, che mancherà anche col Verona, è vana la ricerca di un terminale che si rispetti. Non resta che il ballottaggio tra Ekuban e Puscas per il ruolo di prima punta: due che sinora hanno offerto segni di inadeguatezza alla categoria. In teoria il primo è più contropiedista e il secondo più uomo d'area, ma stabilire chi dei due possa essere più utile alla causa è un'impresaccia.

Così, almeno inizialmente, il biellese potrebbe affidarsi alla coppia Gudmundsson-Malinovsky, in pratica due trequartisti abituati a partire lontanissimo dalla porta. Basilare, comunque, sarà non imbrigliare tatticamente l'islandese, ora come ora l'unica reale risorsa in zona gol, il solo elemento che possa fare la differenza.

La mansione assegnata all'ex atalantino potrebbe influenzare il centrocampo. Con Badelj e Frendrup inamovibili – nella speranza che il croato, perno di tutta la manovra, ritardi di almeno un quarto d'ora il consueto crollo verticale dopo l'intervallo – resta da attribuire la terza maglia, contesa proprio da Malinovskyi, Strootman (il favorito) e Thorsby. Gila contava di ricevere messaggi stuzzicanti da Kutlu e Galdames, titolari in Coppa Italia, ma ha dovuto prendere atto che almeno nella mediana ai soliti nomi non esistono alternative plausibili.

Nel settore esterni, a destra maglia garantita per Sabelli, che sarà tenuto ad accrescere l'attenzione in copertura, mentre il corridoio mancino è in palio tra Martin e Haps (un capolavoro la sua segnatura contro la Reggiana), entrambi efficaci nella propulsione e non sempre nelle chiusure.

In mezzo il forfait di Bani sarà assorbito dall'accentramento dell'eclettico De Winter, che si lascia ampiamente preferire a Vogliacco, ancora indietro di condizione. Di sicuro alle guardie scelte genoane non mancherà il lavoro, ma la loro tradizionale tenuta fa dormire sonni tranquilli.

Si annuncia una battaglia asperrima, col Genoa che difficilmente assumerà il comando delle operazioni e punterà principalmente a preparare il terreno per le incursioni del suo folletto nordeuropeo. Sin quando le gambe dei centrocampisti più anziani gireranno a pieno regime, la diga dovrebbe tenere. L'ennesimo esame finestra del Grifone inizierà dopo l'ora di gioco, quando potrebbe iniziare un'altra partita, assai più complicata. Raggrumarsi a protezione del fortino senza contrapporre un minimo di pericolosità in avanti diventerebbe una sorta di condanna, ma il Genoa attuale è in grado di cambiare registro?

                  PIERLUIGI GAMBINO


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