Il Genoa deve cambiare volto serve "fare" la partita e segnare

26.10.2023 17:39 di  Franco Avanzini   vedi letture

di Pierluigi Gambino

In questo calcio dominato dai paradossi, viene da scrivere che, dopo un precampionato lungo nove tappe, finalmente sta per iniziare la vera e propria stagione del Genoa. Sì perché, la Salernitana, ospite a Marassi in un infuocato anticipo del venerdì, segue nell'elenco delle avversarie otto squadroni da parte sinistra della classifica ed una sola provinciale, il Lecce, affrontata in trasferta.

Nei prossimi due mesi si annuncia un ciclo più agevole di match, ma anche più importante. Se sino a ieri i rossoblù potevano preventivare certe battute d'arresto e accontentarsi di un eventuale pareggio, ora i punti iniziano a pesare tonnellate, e guai a lasciarne troppi ai rivali di turno.

Se l'Atene genoana non ride, la Sparta granata sta versando lacrime copiose e si interroga sulla reale consistenza del proprio organico. In terra campana gli animi sono agitati e non è certo bastato a quietarli il rocambolesco pari di Cagliari, figlio di un rigore a favore che ha suscitato discussioni e polemiche.

Pippo Inzaghi, se non altro, si è mostrato al debutto come subentrante piuttosto fortunato, ma non gli manca il lavoro in prospettiva. Il presidente Iervolino lo ha scelto rammentando l'operato dell'ex bomber rossonero in serie B forse trascurando l'esito delle tre avventure nel massimo campionato: inglorioso decimo posto alla guida del Milan, esonero a Bologna, retrocessione a Benevento. Come prima mossa, ecco spedito in panchina il mitico Ochoa, portiere acrobatico di 39 anni, sostituito da un francese che vanta solo due primavere in meno. Una terapia d'urto che presumibilmente proseguirà anche nelle altre zone del campo.

Certo, a leggere i nomi dell'organico granata non ci si capacita dell'attuale penultima piazza e dei miserrimi quattro punti conquistati senza il becco di un successo. Mazzocchi e Fazio in difesa, Coulibaly e Maggiore in mezzo al campo, Candreva mezza punta, Dia in avanscoperta. Individuaità di spicco che però non hanno ancora creato un collettivo armonico e funzionale. Pippo stavolta dovrebbe irrobustire l'asse centrale proponendo un 4-2-3-1 abbastanza prudente.

Sull'altra sponda ecco un altro ex bomber milanista a dannarsi l'anima per conferire un briciolo di pericolosità ad una sqoadra troppo dipendente dai suoi due califfi. Gudmundsson sarà della gara, mentre Retegui corre sempre sul filo, ma con pallide chances di darsi disponibile. E' un problemone identificare un sostituto “potabile”, dall'inizio o a gara in corso dell'italo-argentino, dati i ripetuti segnali di inidoneità lanciati da Puscas ed Ekuban, due cui la serie A sta larga come una piazza d'armi.

Così, oltre all'ipotesi di tirare a sorte uno dei due nomi, Gila sta approntando una terza soluzione, che contempla l'avanzamento di Malinovskyi  a sostegno dell'irlandese. Pur sempre una forzatura dagli esiti assai incerti, ma il convento non passa altro.

Dunque, ci aggrappa al folletto del Nord Europa e alle sporadiche punzecchiature che tenteranno sicuramente i centrocampisti e, soprattutto, i difensori centrali in occasione dei calci fermi. Un po' tutti, a turno, dovranno partecipare al gioco d'attacco, cercando di creare grattacapi ad una difesa, quella campana, che fortunatamente appare tutt'altro che invulnerabile.

Capitolo formazione. Improbabile che sia toccato l'abituale trio arretrato, da sempre un conclamato punto di forza, ma più avanti la fresca abbondanza, dovuta al recupero di Badelj e Strootman, provoca una certa abbondanza. Difficile (per non abbassare il tasso dinamico) ma non da escludersi che i due vecchetti giochino contemporaneamente, ricostruendo con l'inamovibile Frendrup la cerniera di inizio campionato, Restano intatte le chances di Thorsby, che almeno di testa sa farsi valere in area ospite, ma pure il neo ripescato Galdames potrebbe convincere il tecnico a mutare le antiche gerarchie. E Kutlu? Sinora non ha convinto affatto mister Alberto: eppure un'opportunità gli andrebbe concessa.

C'è bagarre anche sulle fasce laterali, che nel 352 rappresentano l'asse portante. Sabelli merita ampiamente la riconferma, mentre Haps e Martin si giocano il corridoio di sinistra, con il primo leggermente favorito. Mai come stavolta proprio gli esterni potrebbero indirizzare la partita, ma solo a patto che nella metà campo rivale si rivelino ben più intraprendenti e ficcanti.

Serve, insomma, un Genoa più pericoloso del solito in quest'esame finestra che dovrà offrire una prima risposta relativa alla capacità di “fare” la partita e non solo di agire di rimessa come successo sinora. Tocca a Frendrup e C. indossare nuovi abiti. A meno che non riescano a stanare la Salernitana, ad attirarla in avanti per poi colpirla negli spazi.

Di sicuro, se le partitissime con le “big” esercitano ben altro fascino, questa sfida di bassa classifica suscita un mare di aspettative e di curiosità. Guai a deludere i 30 mila che riempiranno il Tempio.

                          PIERLUIGI GAMBINO


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