GENOA, UN TABU' DA ABBATTERE MA QUANTE TRAPPOLE!
Nella stagione esaltante di Gilardino e company hanno resistito gli antichi tabù nella Milano interista e a Firenze. Se ne può abbattere ancora uno, il più ostico, quello in casa della Roma, che dura dal lontanissimo 1990, quando Aguilera tramortì i giallorossi nello stadio di riserva, il Flaminio. All'Olimpico mai un successo dal 1942, quando ebbe i natali la società più tifata della Capitale. Un record negativo pazzesco, più forte dell'arcinota legge dei grandi numeri, sempiterna fonte di speranze disattese.
Il Grifone ci riprova, sfruttando un'invidiabile serenità che si traduce in fiducia e consapevolezza nei propri mezzi. E proprio questa spensieratezza potrebbe risultare l'alleata più fedele per inseguire un'impresa che era e resta improba. Il clan rossoblù ha già provato sulla propria pelle cosa significhi andare in vista ad una Roma obbligata a fare punti. Al di là del valore indiscusso dell'antagonista, spuntano come funghi altri ostacoli di carattere “politico”. In soldoni, vincere in questo stadio, con determinate premesse, è una scalata di sesto grado superiore e non ci si può fermare alla classica domanda: che tipo di avversario si dovrà affrontare? Occorre assolutamente domandarsi come si comporterà il pinerolese Manganiello, designato a dirigere la sfida. E il varista Paterna? E l'Avar Pairetto? Nello scorso week-end, tanto per gradire, l'Atalanta ha dominato con la squadra di De Rossi, comunque gratificata di un rigore scandaloso, che aveva riaperto la contesa.
Se non altro, la banda del Gila non si gioca la vita, ma soltanto un obiettivo che l'allenatore biellese, aduso ad alzare l'asticella, ha fissato in corsa: quota 48, la stessa toccata da Gasperson nel primo anno di serie A. Altro traguardo ambizioso ma non proibitivo, nonostante la forza indiscussa di Roma e Bologna, le rimanenti rivali.
Di sicuro i capitolini non avranno di che divertirsi. Salvo sorprese clamorose, il tecnico rossoblù non dovrebbe rivoluzionare l'abituale assetto, dimostratosi funzionale e redditizio. In difesa tre conferme tassative (Bani ha chiuso in anticipo il campionato) e sulle fasce tre candidati (Sabelli, De Winter e Martin) per due posti, mentre la mediana potrebbe registrare un ritorno: Kevin Strootman, cui la società ha già annunciato l'intenzione di non rinnovare il contratto in scadenza. L'olandese, professionista a prova di bomba, ha indossato per cinque stagioni la casacca giallorossa e merita un degno homenaje. A meno che il suo ingresso non sia già programmato nella ripresa, al posto di Badelj, fresco di firma su un nuovo impegno annuale con i 777.
In avanti, porbabilissima conferma per Gudmundsson e Retegui, che torna nello stadio in cui ruppe il ghiaccio come cannoniere in Italia: inutile ribadire che Mateo si sta giocando parecchie chances in proiezione Europei. Alle spalle dei titolari freme Ekuban, ancora contrattualmente in bilico, potrebbe ritagliarsi uno spazio part-time.
La Roma ha assoluto bisogno di imporsi, nella speranza che l'Atalanta conquisti l'Europa League ma non superi in classifica né Bologna né Juve. Altra esigenza, lasciarsi alle spalle i “cugini” laziali, che inseguono ad un solo punto. Tecnicamente parlando, i giallorossi sono da sempre Dybala dipendenti, ed è ovvio che la presenza o meno dell'argentino cambi i connotati della prestazione complessiva. Baldanzi, il suo eventuale rimpiazzo, è un giovane di bellissime speranze ma non un fuoriclasse. Anche senza il suo uomo più virtuoso, comunque, la Lupa ha parecchi denti in grado di azzannare chiunque. In primis Lukaku, sul quale Gila indirizzerà De Winter, il più robusto dei suoi gendarmi, per proseguire con Pellegrini, Cristante (due azzurri) e il campione del mondo Paredes. A ciò si aggiunga la formidabile capacità di Mancini sui caldi d'angolo a favore. E qui sì che ci vuole assolutamente un saltatore come Thorsby.
Il canovaccio è scontato: i padroni di casa meneranno subito la danza e il Genoa proverà a contenere, con la direttiva di distendersi in avanti appena possibile ma senza concedere troppi metri di campo e l'uno contro uno a Lukaku. La sensazione della vigilia è che i rossoblù rimedieranno un figurone. Quanto al risultato...
PIERLUIGI GAMBINO
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