La parola all'esperto: la regola del fuorigioco

08.11.2016 16:05 di  Sir Bel   vedi letture

Molto spesso, quando le partite hanno un finale non gradito agli spettatori, le cause sono quasi sempre attribuibili ad un “rigore” o ad “un fuorigioco” giudicato mal interpretato dall’arbitro. Oggi parliamo della REGOLA 11 DEL REGOLAMENTO DEL GIUOCO DEL CALCIO. Anzitutto distinguiamo: posizione di fuorigioco, da infrazione di fuorigioco. Non è detto infatti, che trovarsi in posizione di fuorigioco, costituisca necessariamente un’infrazione. Ma vediamo cosa dice la regola: Posizione di fuorigioco. Essere (o meglio trovarsi), in posizione di fuorigioco, non è di per sé un’infrazione. Un calciatore si trova in posizione di fuorigioco quando: è più vicino alla linea di porta avversaria rispetto sia al pallone, sia al penultimo avversario.

Un calciatore non si trova in posizione di fuorigioco quando:

- si trova nella propria metà del terreno di gioco;

- si trova in linea con il penultimo avversario;

- si trova in linea con i due ultimi avversari.

E’ INFRAZIONE quando, un calciatore in posizione di fuorigioco, nel momento in cui un suo compagno gioca il pallone o è da questo toccato, egli prende parte attiva al gioco:

- intervenendo nel gioco;

- influenzando un avversario;

- traendo vantaggio da tale posizione.

Non vi è infrazione di fuorigioco, quando un calciatore riceve direttamente il pallone:

- su calcio di rinvio;

- su rimessa dalla linea laterale;

 - su calcio d’angolo.

Per applicare correttamente questa regola, gli arbitri si avvalgono delle definizioni standard che sono contenute nella guida pratica AIA.

Vediamone alcune:

- Essere “più vicino alla linea di porta avversaria”, significa che qualsiasi parte della testa, del corpo o dei piedi del calciatore, è più vicina alla linea di porta avversaria sia rispetto al pallone, sia al penultimo avversario. Occorre tenere presente una particolarità che forse alcuni tifosi non conoscono: ovvero che le braccia del calciatore, non sono incluse in questa definizione;

- “intervenire nel gioco”, significa giocare o toccare il pallone passato o toccato da un compagno;

- “influenzare un avversario”, significa impedire ad un avversario di giocare o di essere in grado di giocare il pallone, ostruendogli chiaramente la linea di visione o contendendogli il pallone;

- “trarre vantaggio da tale posizione”, significa giocare un pallone che rimbalza o è deviato dal palo o dalla traversa o da un avversario, essendo stati in posizione di fuorigioco, oppure giocare un pallone che rimbalza, è deviato o è giocato da un avversario a seguito di una parata. Ancorché gli arbitri siano coadiuvati dal lavoro dei guardalinee, non sempre è facile sul campo determinare se la posizione del calciatore sia o no punibile. Assume senza dubbio rilevanza di fondamentale importanza, la posizione fisica dell’arbitro e del guardalinee, nonché la profondità e la chiarezza del loro campo visivo, rispetto al giocatore da valutare, che magari in quel momento, si trova inserito o in una posizione poco nitida, rispetto ad un gruppo di altri giocatori.

 

Prof. Pierluigi Vigo

www.recontavigoeassociati.it


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