Dai panchinari la forza per agguantare l’undicesima piazza

18.02.2025 11:33 di  Redazione Genoa News 1893   vedi letture

Il Genoa è un orologio svizzero. A Marassi, opposto alle cosiddette provinciali, non sbaglia un colpo. Come contro Monza e Parma i rossoblù non incantano affatto, ruminano un calcio spesso inguardabile, ma con la po' po' di fase difensiva che si ritrovano, corrono rischi relativi dí capitolazione e, di riffe o di raffe, nei secondi tempi passano regolarmente all'incasso. Contro un Venezia modesto ancorché superiore nel palleggio, la banda di Vieira raccoglie nel finale ben più di quanto seminato, si porta a quota 30 e supera in classifica anche il Toro, attestandosi in vetta alla colonna a sinistra: piazzamento clamoroso, se con la memoria torniamo ad un Grifo staccato nella cantina della graduatoria. A questo punto, con dieci punti e... mezzo di vantaggio sullanterz'ultima e tenuto anche conto dell'andatura... lumachesca delle quattro cenerentole, l'attuale bottino potrebbe addirittura bastare per garantirsi l'Olimpo.

Il successo della consacrazione è maturato nelle fasi conclusive dopo una prima ora da annoverarentra le peggiori della stagione. Mettiamoci la contemporanea assenza di Badelj e Thorsby (evento senza precedenti) e aggiungiamoci una tramontana gelida e violenta che soffiava contro, ed ecconche almeno in parte si può spiegare l'impasse di un undici inedito e scombiccherato, senza capo néncoda. Vieira decide di offrire una chance a Vitinha (quei 15 milioni pagati al Marsiglia forse pesanonsu certe scelte) sistemandolo al fianco di Pinamonti, con l'altra novità di serata, Messias, sul corridoio di destra e il solito, immancabile Miretti sulla sponda opposta. Dietro, riecco Bani, con De Winter spostato a destra e Sabelli dirottato in panca: mossa conservativa.

Per mezz'ora, sin quando il fiato lo sorregge, Messias regala gli unici spunti degni di rilievo, benchénnon approdino a nulla di concreto anche per l'inesistente collaborazione dei compagni. Miretti è sempre nel vivo della manovra, ma non produce mai una giocata utile e Vitinha, l'uomo più atteso, vaga per il campo toccando pochissimi palloni e neppur con efficacia. Un paio di conclusioni dal limite murate dai difensori ospiti rappresentano l'intera produzione offensiva del Genoa, inferiore agli avversari sul piano del palleggio e costretto spesso a rinculare per avviare la trama.

Così è proprio la banda di mister Di Francesco a procurare due emozioni: la prima con una bordata di Nicolussi Caviglia rintuzzata alla grande da Leali e la seconda con Perez che, ricevuta palla innsolitudine a centro area, la spedisce maldestramente in gradinata. La ripresa si apre senza sostituzioni in casa Genoa, e si tratta di una decisione incomprensibile datonil nulla costruito negli iniziali 45 minuti. Col vento che soffia alle spalle, Vitinha sciupa in contropiede una mezza opportunità e poi si riassenta sino al 60', quando – dopo l'ennesimo errore – crolla al suolo come colpito da una fucilata e viene sostituito da Ekuban senza rimpianti di alcuno.

Nel frattempo Pinamonti si era guadagnato applausi scroscianti con una staffilata al volo deviatanprodigiosamente dall'ex Radu, ora a guardia dei pali lagunari, Al 73 altro doppio cambio nelle file rossoblù: fuori Messias, che non ne aveva più, e Miretti (sepolto, in precedenza, da boati di disapprovazione da ogni settore dello stadio), avvicendati dal ristabilito Cornet e dal baby Ekhator. Ed ecco il match cambiate connotati e dare ragione a chimritiene che nel calcio moderno senza atletismo e corsa non si va lontano.

Il Venezia, bisognoso di vincere per non affondare, si fa più intraprendente scavandosi così la fossa,npoiché negli spazi i “coloured” rossoblù vanno come spie. Ekhator viene fermato da Candé innextremis e un minuto più tardi, al 78', è Ekuban a fuggire verso l'uscente Radu e graziarlo connun'assurda spingardata finita sugli spalti. All'82' col Venezia sempre proteso in avanti, un rilancio lungo di Leali viene controllato con classenda Ekuban, il quale arma il il destro di Pinamonti, che dal vertice sinistro dell'area indirizza all'incrocio opposto con millimetrica precisione: gol da antologia, davvero un lampo accecante nel buio di una serata calcisticamente miserrima.

Ma non è finita. Quattro giri di orologio più tardi, è ancora Ekuban a ispirare, stavolta a pro di Cornet, che percorre a velocità supersonica mezzo campo e, giunto dentro l'area, esplode un destro spaventoso, che piega le mani al malcapitato Radu. Una gioia irrefrenabile per il rinforzo invernale, e a questo proposito, all'88' Vieira mostra agli intirizziti aficonados marassini il fisico statuario e la barba da asceta di Onana: troppo poco per poterlo giudicare, ma nei prossimi match non mancherà l'occasione, E ora, tutti a San Siro, senza nulla da perdere: che magnifica sensazione!

PIERLUIGI GAMBINO


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