The Day After, il punto più basso con Gilardino, bisogna darsi una svegliata

26.09.2024 10:30 di  Franco Avanzini   vedi letture

La Coppa Italia non interessa al Genoa. Tanto poi al prossimo turno è scontato perdere. Sono solo alcune frasi che si sentono prima di una sfida della manifestazione nazionale. Ma questa volta non può esser così perché si è perso il Derby della Lanterna. E lo si è perso malamente. Non tanto per gli errori dal dischetto, anche i Campioni con la C maiuscola ne hanno sbagliati, ma per il modo in cui la squadra avversaria ha messo sotto il Genoa.

Dopo un avvio interessante, dopo il gol sblocca gara, si pensava di andare sul velluto. Ed invece un po' di rilassatezza, un po' i cambi del tecnico (Pinamonti ok non ne aveva più, ma Vitinha che stava cercando quanto meno di dare filo da torcere alla difesa opposta?), un po' per pigrizia, hanno portato il Genoa a rinculare ed in pratica a regalare a Silvestri, portiere avversario, una seconda parte di sfida in tutta tranquillità. Tutto sbagliato, tutto da rifare, si dovrebbe dire con un futuro plumbeo, carico di sensazioni poco positive.

Male il Genoa quando abbassa il ritmo. Perde la bussola e dimostra di poter perdere contro tutti. Non riesce a tenere le linee, va in confusione e, scusate, ma  il centrocampo ancora una volta ha faticato in maniera incredibile. Basta che gli avversari mettano un pochetto più di grinta, qualche raddoppio di marcatura e zac il gioco è fatto. Il Grifone diventa un pulcino bagnato senza riuscire a trovare le giuste contromisure.

 Inutile girarci intorno, questo Genoa è meno forte di quello dello scorso anno. La doppia vendita (Gudmundsson e Retegui) sta costando parecchio ai rossoblu. Probabilmente Pinamonti può in qualche modo sostituire l'italo-argentino (occhio che a Bergamo segna molto perché viene accompagnato da tutta la squadra e nel gioco di Gasperini tutti i centravanti hanno sempre timbrato il cartellino parecchie volte) ma l'islandese non ha avuto il sostituto adeguato. Vitinha ha un altro tipo di gioco, inutile negarcelo. Non è un goleador (a memoria, tolti Cristiano Ronaldo ed Eusebio, quali attaccanti il Portogallo ha sfornato in questi ultimi anni?), lotta, combatte ma anche i mezzi tecnici sono quel che sono.

Capitolo Gilardino: probabilmente per la prima volta è andato in confusione. È sicuramente questo il periodo più brutto della sua breve carriera da tecnico. Certo, con Gud era facile, palla all'islandese che qualcosa inventava sempre, adesso, senza, occorre trovare nuove soluzioni e qui escono fuori i primi grattacapi. Anche lui ci ha messo del suo, intendiamoci ma con i giocatori che ha a disposizione fa di necessità virtù.

Imputati che ovviamente comprendono una società che punta al risanamento del debito, e questo va bene ci mancherebbe, ma ha perso di vista il fatto che in campo non va il bilancio ma i giocatori. Prenderne troppi fragili o addirittura infortunati (e non di poco conto) finisce per portare la rosa ad esser decimata ed esser costretti a guardare ancora al mercato (degli svincolati) con la speranza che, arrivati, non abbiano bisogno di altre due o tre settimane per entrare in forma. Una domanda sorge spontanea: non si poteva prendere qualche giovane, magari poco conosciuto, da qualche mercato estero? Gli esempi in Italia non mancano di certo di come i dirigenti di altre squadre (medio piccole) abbiano importato giocatori poco famosi, giovani, ma pronti e validi. Possibile che si debba vedere un Empoli, ad esempio, brillante e con una invidiabile classifica rispetto ad un Genoa abulico e quasi alla deriva?

Adesso occorre voltare pagina e guardare al campionato. Il problema è che sabato arriverà al Ferraris la Juventus. Bianconeri che non segnano molto ma subiscono zero gol. La domanda è: cercare di tenere il nulla di fatto oppure giocare di rimessa rischiando talvolta le azioni avversarie? Sul fronte mercato degli svincolati, ne occorrerebbero almeno due se non tre ma cosa penseranno in America? Troppe domande senza risposta per una squadra che ha ancora la possibilità di risollevarsi magari disputando una gara contro la Juve tutto cuore come sono state quelle contro l'Inter e, nella ripresa, contro la Roma. 


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